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La redancia ti da una curvatura costante e non ti stessa il cavo con quella piega.
Non si romperà mai, ma quella piega è un punto di rottura dichiarato, solo che quando si rompe, non ti avvisa mai.
Oddio non è che non te lo dice, prima comincia a scricchiolare ed a sfilacciarsi, ma se uno non ci fa caso, passa sempre sotto una trappola per topi.
Un solo Dio in cielo, un solo Comandante sulla mia barca.
Conosco due sistemi per brillare più degli altri:
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b) Spegnere la luce degli altri
(cit Prof. Pietro Tempesti)
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03-17-2024, 01:43 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 03-17-2024, 02:35 PM da MauroO.)
Carlino: esatto, confermo
Gcrimi:
- sebbene nel mio lavoretto con i carichi in gioco le redance siano superflue la curva in effetti non è cosi pronunciata, la funi girano su uno spinotto scanalato di diametro 16 mm che non è molto diverso dal diametro di una redancia per il cavo da 4 mm, e comunque in futuro sostituirò quelli spinotti con altri di diametro maggiore,
- in mderito ai terminali a pressare non li ho presi in considerazione in quanto è un sistema che non mi piace, per garantire la tenuta vanno pressati a un carico specifico in funzione del materiale del terminale e del diametro della fune utilizzando uno specifico stampo, quindi necessita una pressa con variatore di pressione, non è una strumentazione hobbistica; in campo aeronautico non mi pare che la normativa ne vieti l'utilizzo, comunque sul mio aereo non li userò mai per nessun motivo al mondo, preferisco l'anello di corda e la chiusura con boccola a pressare; su questa configurazione in passato, quando lavoravo in universita nel laboratorio di scienza delle costruzioni, abbiamo fatto delle prove con le boccole di rame su funi di vari diametri: si sono sempre strappate le funi prima di arrivare allo sfilamento della fune nella boccola. Anche in questo caso in cui ho utilizzato delle boccole in Al, in officina ho accrocchiato un sistema a pistone idraulico e pompa manuale come dal seguente schizzo
per eseguire una prova su uno spezzone di fune da 4 mm chiuso alle estremità con due anelli (schema simile alle prove che eseguivo in Università 40 anni addietro), caricandolo sono giunto a strappare la fune in prossimità di una boccola senza rilevare sfilamento; la configurazione di prova è stata quella rappresentata nello schizzo in figura
si noti che per pormi nelle condizioni più gravose nella prova non uso redance e la corda gira su un perno di soli 10 mm; la rottura non è avvenuta in corrispondenza del perno ma nel tratto di fune singola.
Gcrimi: comprendo la tua fissa per le redance, forse hai avuto o sei stato testimone di qualche brutta esperienza in cui non erano state utilizzate e ti ringrazio perchè ti preoccupi per la mia incolumità; ma nel mio caso le funi girano entro delle cave su delle boccole-spinotti che trasmettono il carico alla spina del grillo e che si comportano in modo molto simile ad una redancia, le funi sono curvate su un diametro di 16 mm e confinate lateralmente nella cava, di seguito lo schizzo di tale boccola
semmai il punto più debole dell'amcoraggio non sono le corde che lavorano a 1/15 della loro portata nominale ma è la spina del grillo che per il diametro 8 mm ha una portata nominale di 250 DN che è comunque 3,5 volte il carico massimo applicato, quindi siamo ampiamente in sicurezza.
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Giuseppe è un velista e tiene in considerazione quello che succede su una barca : ma questo non ha niente in comune con il lavoro che fanno quei cavi sulla botola.
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Aneddoto realmente accaduto.
Dove lavoravo, arrivavano dei carichi pesanti: -- Bisogna portarli giù in cantina (Una rampa di scale) andavo chiamavo il tizio a cui arrivavano questi pesi e: -- Venga ci serve una mano-- questo per tre volte, finalmente si è convinto di comprare una gru a bandiera 3,5 T il problema era che si calavano i carichi nell'intercapedine con l'istituto, ma poi bisognava risalire tre gradini.
Un volenteroso ricercatore progetta un piano ribaltabile, da addossare al muro, (per non intralciare il passaggio) e quando serviva, si ruotava in piano, ed i pesi si spostavano in piano con dei carrelli.
L'operazione si faceva con l'aiuto della gru.
Solo che una mattina, arrivo al lavoro ed il meccanico mi fa : oggi tizio si e fatto male al piede ed é stato portato in ospedale.
Sul piano ribaltabile, c'era un gancio a mo di maniglia, dove si agganciava la gru e dieci centimetri più in basso c'era una maniglia da porta per guidare il piano.
Tizio, invece di agganciare la gru al suo suo aggancio, lo aveva messo sulla maniglia ed il piano in metallo è venuto giù
La fortuna é stata che aveva il piede sul bordo del gradino e non sotto, per cui il ripiano gli ha spellato la parte esterna della gamba, mentre se teneva il piede sotto , glielo avrebbe tranciato.
Certe cosa vanno sempre fatte bene ed a prova di stupido..
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E' difficilissimo fare un meccanismo a prova di stupido, per essere sicuro progettando un meccanismo dove è necessaria una certa sequenza bisogna manovrare tutto a caso e controllare che non succeda niente.
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03-17-2024, 08:31 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 03-18-2024, 08:17 AM da MauroO.)
Ok Gcrimi, ora è chiaro, la tua fissa per la sicurezza ha una motivazione più che valida, quando si tocca con mano poi si presta molta più attenzione ai particolari che potrebbero portare a un incidente, anche a me è capitato di incorrere in cose che hanno lasciato il segno; vi racconto qualche cosa: per parecchi anni sono stato dipendente di un ente pubblico con la qualifica di funzionario ingegnere e tra le varie attività di cui mi occupavo una buona fetta di lavoro consisteva nella progettazione e direzione lavori di opere pubbliche: ponti, strade, scoglire, muri di sostegno, reti e barriere paramassi, ecc., ecc.; la direzione lavori era in fondo la parte più gratificante in quanto vedevi e toccavi con mano la realizzazione di quanto avevi ideato, dimensionato e verificato col calcolo, ma era anche la più pericolosa perchè il DL solitamente riveste il ruolo di resonsabile per la sicurezza in fase di realizzazione; ovviamente di fatti angoscianti me ne sono capitati innumerevoli ma qualcuno è più significativo e vado a raccontare: si stava procedendo al disgaggio preliminare di una parete rocciosa in alcuni punti verticale e in altri addirittura strapiombante per la successiva posa di funi chiodate e reti paramassi, in una visita in cantiere oltre il sottoscritto progettista e DL erano presenti anche il titolare dell'impresa esecutrice e il subappaltatore per i lavori di disgaggio, il tecnico comunale ed eccezionalmente il direttore del mio Ente che eccezionalmente aveva deciso di fare un sopralluogo per valutare come venivano spesi i soldini che aveva fatto stanziare, ebbene nel bel mentre si stava osservando l'andamento dei lavori con tre rocciatori in parete, ne abbiamo visto uno volare per un 6-8 metri e schiantarsi al piede, una cosa da infarto, mi sono immaginato dietro le sbarre; fortunatamente lo si vede rialzarsi apparetemente senza danni, era atterrato su un mucchio di rovi e sterpaglie tagliati il giorno prima che gli avevano attutito la caduta e a parte qualche spina e qualche graffio era sostanzialmente incolume; ebbene cosa era capitato? la mattina a un suo collega serviva uno spezzone di corda e aveva pensato bene di tagliarne un pezzo dal primo fascio che gli era capitato a tiro senza dirlo a nessuno, peccato che quel fascio sia poi finito in uso al malcapitato che scendendo in parete ad un bel momento si è trovato senza più corda, e la tragedia è stata sfiorata solo perchè la sera prima per la fretta di chiudere il cantire non era stato tolto il materiale di scarto, se avessero fatto il lavoro di pulizia giornaliera come da contratto l'esito sarebbe stato molto diverso, quindi una combinazione fortunata. Pensandoci bene però la colpa di quanto avvenuto non stà nel taglio della corda ma nella superficialità del rocciatore, nell'abitudine dei gesti quotiniani entrare nella baracca e afferrare l'attrezzatura indossarla e via in parete che è tardi, senza prendersi la briga di controllarla, si è trattato di sottostima delle condizioni minime di sicurezza eppure era classificato rocciatore con esperienza pluriennale. Ho visto un operaio salvato dal compagno che ne ha arrestato la caduta dal tetto al 4 piano agganciandolo con una mano per gli spallacci dell'imbragatura che sì indossava ma non era collegata a nessun ancoraggio perchè a suo dire gli dava fastidio avere la fune tra i piedi mentre camminava sulla copertura. Mi è capitato di arrivare in cantiere e vedere degli operai camminare tranquillamente su un sentierucolo largo 30 cm sul bordo di un dirupo di 100 m con in spalla una trave di abete 20 x 20 x 4 m senza alcuna protezione, e in quel caso ordinai la sospensione immediata dei lavori e relativa chiusura del cantiere con la riapertura condizionata alla frequenza da parte degli operai e del capo cantiere di una serie di corsi di formazione sulla sicureza nei luoghi di lavoro. Se mi mettessi ad elencare tutto ciò che mi è capitato di vedere in tanti anni di lavoro potrei scrivere un poema, qualche volta ci siamo andati proprio vicino al verificarsi di una tragedia ma forse anche con un pizzico di fortuna non è mai capitato nulla di veramente grave, così grave da scapparci il morto, perchè in quel caso ora potreste venirmi a portare le arance al fresco.
Voglio dire che sulla sicurezza ci stò molto attento per formazione professionale, quando progetto qualche cosa tendo a verificare tutto prima di costruire, anche la singola vite è importante, con calcolo e ragionamento, sicuramente ricordate sull'altro forum qualche mia tirata di orecchie in merito all'uso di certi macchinari intrinsecamente insicuri o a mio avviso pericolosi; con tutto ciò eliminare totalmente il pericolo è impossibile, a volte eliminare totalmente una condizione di possibile pericolo significa introdurrne un'altro più grave, per esempio su una macchina operatrice inserire troppe protezioni non significa aver eliminato il rischio a volte in tal modo si induce l'operatore ad aggirarle con artifici , quando l'aggiramento lo fa 1 volta 2, 3 non succede nulla perchè lo fa prestandoci la massima attenzione ma è nel momento in cui l'aggiramento diventa abituale che il rischio aumenta esponenzialmente e diventa molto maggiore che se quella protezione non ci fosse proprio; tutto va sempre valutato e ponderato.
Carlino: confermo fare un meccanismo a prova di stupido è quasi impossibile, forse ci si riesce se il meccanismo deve fare una sola operazione, se deve ammettere una certo insieme di possibilità ci sarà sempre quella certa combinazione che il progettista non ha considerato semplicemente perchè a lui non passerebbe neppure per l'anticamera del cervello di provarla perchè senza alcun senso logico, ma che immancabilmente qualcuno la porrà in atto combinando un disastro.
Anni addietro per necessità lavorative sviluppavo pogrammi strutturali anche di una certa complessità agli elementi finiti (i nostri dirigenti ritenevano uno spreco di denaro pubblico l'aqcuisto di software per calcolo strutturale ma nel contempo ci vchiedevano di svolgere progettazione anche di opere di una certa importanza e ad ogni richiesta in merito ci veniva risposto che un bravo ingegnere i calcoli li sa fare anche senza costosi programmi), Ebbene con me i miei programmi funzionavano impeccabilmente e mi fornivano risultati corretti, ci avevo messo alcuni controlli sui tipi di dati di ingresso e sul rispetto dell'intervallo ammissibile ma non riuscivo a renderli totalmente a prova di stupido, nell'immissione dei dati un minimo di buon senso bisognava usarlo, ci inserivo anche uno spiegone il più dettagliato possibile ma con tutto ciò, quando mi sono azzardato a passarli a qualche collega immancabilmente i risultati che uscivano erano ben lontani dalla realtà, non inserivano i vincoli corretti, mescolavano dati con unità di misura diverse senza alcuna logica (forse nella loro mente una qualche logica l'avevano) per esempio inserire una pressione in Psi anzichè in Pascal, sempre di un numero si tratta per cui l'imput viene accettato ma quanto al risultato è tutta un'altra storia.
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Quando sono nati gli ascensori, di tanto in tanto qualcuno precipitava nel pozzo, finché un tizio brevetto un sistema di sicurezza.
Due cremagliere laterali ed il cavo di tiro che si agganciava ad una balestra. sotto carico la balestra si flette facendo rientrare due martelletti. Nell'attimo che il cavo si rompeva la balestra si distendeva e facendo uscire i martelletti, l'ascensore si bloccava sulla cremagliera.
Per poter fare accettare il dispositivo e vendere il brevetto, l'inventore faceva delle dimostrazioni pubbliche. Saliva su un montacarichi ed uno di sopra tagliava la corda
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Sì ma se per una qualsiasi anomalia il meccanismo si fosse inceppato cosa sarebbe successo?
Io ho assistito a una dimostrazione simile su uno spaccalegna, il venditore proponeva uno spaccalegna a pistone verticale discendente dotato di controllo elettronico, assicurava che se nella corsa del cuneo di spacco questo incontrava la mano dell'operatore un circuito elettronico avrebbe immediatamente arrestato il movimento, ed era cosi convinto della cosa che mise la mano sopra il ceppo e azionò la corsa del pistone (oltretutto era velocissima), effettivamente il cuneo si arrestò al tocco della mano senza il minimo taglio o graffio; voi lo avreste fatto? Io nò.
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Assolutamente no , principalmente per la gestione elettronica della sicurezza : non ci vuole un genio per capire che le mani devono stare lontane dallo spaccalegna, però c'è gente che continua a farsi male....
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Sul sistema che dice Mauro, c'è un sistema di sicurezza per bloccare la lama di una sega a disco, Però al posto del dito, ci mettevano uno Wusterl
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