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Chiedo ai più esperti di elettricità, se questo sistema per bloccare la rotazione del motore è valido, o a lungo andare lo rompe.
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non mi convince per nulla,e' una manovra sconsigliabile come e' sconsigliato di azionare l'inversione elettromeccanica a mandrino in rotazione.
Non a caso sugli inverter imposti la rampa di frenatura e di inversione.
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Oltretutto per filettare non si usano velocità alte : sul mio cinese ho un freno meccanico a pedale che disattiva in contemporanea il motore , è molto comodo quando si fanno filettature a rischio collisione.
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01-26-2023, 11:33 AM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 01-26-2023, 11:50 AM da gcrimi2004.)
Il freno azionato col pedale ce lo avevo, solo che si è rotta una ganascia e la devo ancora ricostruire.
Altro sistema meccanico di sgancio madre vite, mantenendo la posizione dell' utensile sul filetto è il sistema Meek, Ho tutti gli ingranaggi da ritoccare per renderlo più compatto, ma mi manca il tempo per realizzarlo. Chissà dopo che faccio fuori Alfio se riesco a procurarmene un pò.
Altro sistema che avevo visto montato su di un telescopio, era un disco solidale con l'asse di declinazione ( nel mio caso con l'asse mandrino) ed un elettromagnete da eccitare in fase di blocco asse.
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01-26-2023, 12:02 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 01-26-2023, 12:04 PM da SunTzu.)
Credo sia un sistema standard ma, sul mio tornio, la frizione ha un micro che, quando è in folle, attiva il freno elettromeccanico. Tra l'altro ha un temporizzatore, che non ho capito a cosa serva (un ritardo del freno impostabile in secondi). Sto restaurando tutto il gruppo freno/frizione e stasera spero di montarlo
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Che io sappia, la frenatura elettrica si ottiene attraverso resistenze di frenatura. Molti inverter prevedono le connessioni elettriche per questo tipo di unità.
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dipende dall' inerzia di rotazione una volta disalimentato, spiegato seplice il motore funziona da dinamo, inserendo una resistenza o cortocircuitando i poli si crea l' effetto di frenatura, se l inerzia è poca non serve la resistenza, se l' inerzia è tanta la corrente è alta e quindi anche l' effetto termico di dissipazione è alto. Si usa anche sui treni, però ci sono delle belle resistenzone sul tetto che fanno da dissipatori di corrente, oppure il certi casi si recupera in rete.
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Conermo andrerido , è solo da valutare l'inerzia del sistema per capire il calore da smaltire, se vuoi una frenatura piu' morbida puoi mettere in serie una resistenza, siccome le correnti in gioco sono molto alte anche se per tempi brevissimi attenti al contatto che fa da freno , potrebbe saldarsi in frenatura, consiglio un contatto che accerti l'apertura del contatto prima di ridare tensione per non fare un cortocircuito.
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tecnicamente si chiamano rallentatori , piu´gira forte il motore piu´genera corrente e piu´cé´resistenza alla rotazione quindi forza frenante
pero´capite bene che a bassi giri genera pochissimo e quindi frena pochissimo, potreste girarlo a mano e poi appena accelera un po´sentite che frena .
altro discorso ,cortocircuitando il motore riesce a subire una forza di rallentamento ben superiore a quella che ha quando viene alimentato per funzionare, in sostanza si scarica molta piu´energia nellúnita´di tempo che si traduce in calore per il motore, un picco non da poco.
nel settore industriale ed anche ferroviario la frenatura a motore e´un´ássistenza e un´emergenza, per lunghe frenate ove i freni normali surriscalderebbero si usano i rallentatori a correnti parassite ,nello specifico dei treni il motore in rilascio generando corrente la riversa al rallentatore, per andar pesanti si alimenta il rallentatore con la rete e si manda in frenata anche il motore e poi ci sono i freni classici.
sembreran complicazioni ma per fermare svariate tonnellate in movimento bisogna dissipare una mole di energia enorme.
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L'alimentare in quel modo il motore non mi convince.
Anni fa, quando insegnavo in un istituto professionale, avevamo messo a punto un sistema in cui si andava a frenare in corrente continua il motore del tornio, era un sistema prettamente con componenti elettromeccanici e funzionava così: quando si pigiava il pulsante di stop e si apriva il relè dell'alimentazione, sfruttando un contatto normalmente chiuso aggiuntivo del relè si inviava corrente continua a una sola fase del motore per un tempo controllato da un temporizzatore variabile (ciò per non alimentare all'infinito il motore) l'azione frenante si poteva variare controllando la tensione applicata mediante un variac e poi raddrizzata con un ponte; dava ottimi risultati; si giocava con tensioni relativamente basse da 6 a 24 V.
Erano torni scolastici pertanto sottoposti a qualsiasi maltrattamento, quel sistema lo avevamo installato su tutti, era semplice e i motori non hanno mai dato segni di danneggiamento.
Ovviamente si può sostituire il variac con un pochino di elettronica come pure il temporizzatore elettromeccanico.